Cooperazione e territorio: due giorni con i giovani soci
A Brescia, gemellaggio con la Cassa Rurale Vallagarina fra visita alla città e riflessioni cooperative
Cooperazione, solidarietà, credito, territorio, sostenibilità, cultura, nuove generazioni.
Sono state queste le parole d'ordine, e le occasioni di riflessione, della due giorni che ha coinvolto a Brescia i giovani soci di Cassa Padana Bcc e i loro omologhi della Cassa Rurale Vallagarina.
Fra le visite a Brescia sotterranea e al centro storico, al Museo delle MilleMiglia e alla cantina sociale inclusiva della cooperativa Clarabella in Franciacorta, il cuore dell'incontro è stato il pranzo alla cooperativa Big Bang che gestisce il 21 grammi, bar ristorante bresciano dove lavorano insieme persone con e senza la sindrome di down.
Dove ci sono 75 soci e 26 volontari che donano il loro tempo. Dove dieci ragazzi hanno già terminato un
lungo percorso fatto di formazione e di messa a prova, trovando occupazione in aziende private dimostrando così che creare percorsi di vita indipendente per persone con disabilità mentale è concretamente percorribile e sostenibile.
E dove, come ha spiegato il presidente Giovanni Maggiori, la cooperazione tra persone e tra enti è stata la strada per il successo.
All'incontro conviviale sono intervenuti i vicepresidenti di Cassa Padana, Mirko Cominini, e il suo omologo della Vallagarina, Carmelo Melotti, affiancato da Emiliano Trainotti, presidente di Asset Vallagarina. Ospite d'eccezione, Marco Menni, presidente di Confcooperative Brescia e vice presidente di Confcooperative nazionale.
“Per noi di Cassa Padana”, ha deto Cominini, “questo gemellaggio con il coinvolgimento dei giovani soci, rappresenta un'edizione zero che ci dà grande soddisfazione. La nostra banca vuole andare al di là della normale operatività bancaria, approfondendo questioni che riguardano la vita di tutti. Ed è fondamentale, su queste riflessioni, coinvolgere i più giovani”.
Per Melotti, questa due giorni ha dato la possibilità di creare un momento di confronto con le nuove generazioni: "I giovani dialogano e si confrontato. Sono loro che dovranno interpretare in modo originale le caratteristiche distintive delle nostre banche. Sono loro che le traghetteranno nel futuro. Ben vengano allora iniziative come questa perché aiuteranno le nostre istituzioni di credito a interpretare al meglio l’essere banche che producono utili che sono il mezzo non il fine”.
“Brescia è importante perché ha un numero di cooperative significative”, ha spiegato Menni. “Non è un caso che qui sia nata la legge sulla cooperazione sociale. Finalmente oggi in Europa si parla di economia sociale.
Finalmente abbiamo dato un nome a un insieme di realtà di impresa che non sono solo benefit e non sono pubbliche, ma che rispondono al bene della comunità e uno sviluppo sostenibile del territorio. Sono impegnate più di 16 milioni di persone in questa economia sociale.
Ci sono anche le Bcc, che sono nate perché le persone avevano bisogno di soldi. E ci si organizzava per darglieli, si faceva un patto di fiducia con queste persone. Negli anni Cinquanta sono arrivate le cooperative di consumo perché dopo la guerra c’era bisogno di cibo. E poi le cooperative di costruzioni, per rispondere al bisogno di fare la casa partendo dalla comunità.
E ancora, le cooperative sociali. Erano gli anni 80, la legge Basaglia giustamente chiudeva i manicomi, ma cosa succedeva ai malati? Ed ecco le prime cooperative sociali dove protagonisti sono i genitori di queste persone. L'impegno di oggi è quello di capire come fare per rispondere a bisogni nuovi.
Da parte della banca, infine, è sempre più importante e necessario analizzare i bisogni del territorio. E dare risposte concrete e solidali. L’economia sociale riesce ancora a darci un futuro e una speranza. Ci vuole fantasia e capacità: due qualità che vogliamo trovare in questi giovani soci”.
Presente all'incontro anche Emiliano Trainotti, presidente di Asset Vallagarina, la società di servizio ai soci e ai territori di operatività dell’istituto di credito trentino. Per Trainotti è sempre giusto impegnarsi per formare un nuovo gruppo di soci che possa dare idee nuove e magari un futuro. E soprattutto per “sostenere le nuove generazioni a cui passare il testimone per la banca”.