03 febbraio 2025
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Le truffe hanno mille volti: ecco come proteggersi da contatti sospetti

Prima cosa: la banca non chiede mai credenziali, codici di accesso e password al cliente via telefono,  email, sms, Whatsapp o altre app di messaggi. Quindi non comunicate mai questi dati. Ecco la famiglia Navigati alle prese con lo Spoofing.

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Succede quasi sempre così. Riceviamo una telefonata durante la quale veniamo informati che ci sarebbero movimenti strani sul nostro conto oppure che un dipendente della filiale in cui abbiamo il conto sta tentando di svuotarlo attraverso operazioni di bonifico che, al momento, sono state intercettate e bloccate.

Veniamo quindi invitati a consultare un messaggio o un email, a cliccare sul link che troveremo e a seguire le istruzioni.


Oppure a recarci urgentemente in filiale per mettere in sicurezza i nostri soldi, senza però far cenno dell’accaduto alla banca. Il truffatore, intanto, ci fornisce un IBAN che definisce “sicuro” su cui trasferire tutti i fondi, facendolo passare per un nuovo conto aperto a nostro nome in un’altra filiale.

Una variante di questa truffa, segnalata dalla Polizia Postale , vede i truffatori spacciarsi per agenti, perfino Carabinieri, e chiamare le future vittime da un numero che sembrerebbe appartenere alla stessa Polizia Postale o alle Forze dell'ordine. La richiesta è sempre la stessa: fare bonifici su conti sconosciuti.

Il nuovo video della famiglia Navigati - la campagna di informazione contro le truffe online avviata da Certifin e condivisa anche da Cassa Padana - affronta proprio questa truffa online che ha creato non pochi problemi a centinaia di correntisti.


Le finte comunicazioni dagli istituti di credito sono infatti uno dei più recenti “travestimenti” degli attacchi di phishing, una tipologia di truffa online particolarmente pericolosa, che trasmette contenuti falsi per convincere la vittima a collaborare in maniera inconsapevole.  

 


Per fortuna però esistono diversi elementi da tenere in considerazione per tutelarsi. 


Per prima cosa,  la banca non chiede mai credenziali, codici di accesso e password al cliente via telefono,  email, sms, Whatsapp o altre app di messaggi. Quindi: non comunicate mai questi dati, altrimenti potreste non avere il rimborso delle somme che vi hanno sottratto. Se avete fornito questi dati, infatti, finite per agevolare la frode.

Poi, diffidate di chi vi chiede di effettuare operazioni di pagamento: nessun operatore bancario o delle forze dell’ordine vi chiederà mai di trasferire denaro in modo urgente su un altro conto, né richiederà di effettuare un bonifico telefonico.

Contattate subito la banca per verificare l’autenticità della chiamata ricevuta.

Richiamate l’interlocutore: se ricevete una chiamata sospetta da un soggetto che non conoscete, chiudete la conversazione e richiamatelo voi dopo aver raccolto da fonti attendibili i recapiti telefonici ufficiali relativi.

Denunciate qualsiasi tentativo di truffa alla Polizia Postale.

Se avete già effettuato un bonifico sospetto, bloccatelo immediatamente contattando la banca ai numeri ufficiali presenti sul sito istituzionale.

Lo Spoofing, così si chiama questo genere di truffa, si può presentare anche via email, oppure un messaggio sul telefono.

In questi casi, leggete attentamente l'email. Fate attenzione a eventuali errori di grammatica, a richieste di pagamento, a link strani (non cliccateli mai!) e ad altrettanto strani QR code.

La cosa più importante è sempre la stessa: non date mai credenziali, password e codici. La vostra banca non ve li chiederà mai, né via telefono oppure email o messaggio. 

 

 

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