Redentori di noi stessi: perché Natale porti con sé un carico di speranza
Gli auguri di Natale del presidente di Cassa Padana, Romano Bettinsoli: "Dobbiamo trovare insieme le modalità per la sostenibilità del debito per non consegnare alle prossime generazioni un macigno".
di Romano Bettinsoli, presidente di Cassa Padana
Vivremo un Natale più sobrio, ma proprio per questo forse più vero, per il carico di speranza - che per noi si fonda su valori come il lavoro, la dedizione, la solidarietà – portata dall’arrivo del Redentore.
Proprio questo termine ci introduce ad un tema fondamentale che ci accompagnerà nei prossimi anni, condizionando pesantemente le nostre scelte.
Il “redentore” nel popolo di Israele era il parente prossimo che assumeva i debiti di una persona insolvente, liberandola così dalla schiavitù, oppure che si faceva schiavo al suo posto.
Da qui la figura del Salvatore, venuto a riscattare la condizione umana.
La questione del debito oggi è trasversale e riguarda tutti, dagli Stati, alle imprese, ai privati e di riflesso anche le banche.
Lo è soprattutto per chi è entrato in questa situazione di crisi e di incertezza, causata dalla pandemia, già con un carico molto elevato da reggere.
Stiamo pensando allo Stato Italiano, ma anche a molte imprese, soprattutto di piccola e media dimensione.
Probabilmente a livello di Nazioni verranno trovate misure di alleggerimento del debito, soprattutto se contratto a seguito dell’emergenza covid.
Il problema del debito – e della sua sostenibilità rapportata alla marginalità che si è in grado di produrre, investe però direttamente molte imprese.
Connessi vi sono tanti temi, ineludibili per il futuro, come quello della dimensione, della capitalizzazione.
Sono temi complessi per i quali non c’è una soluzione semplice a portata di mano.
Cassa Padana non mancherà di fare la propria parte, come sempre, ma credo che sia importante per gli imprenditori muoversi per tempo, mobilitare le risorse di liquidità a disposizione, anticipare le questioni, evitando il più possibile di subirle.
Se insieme non troviamo le modalità per la sostenibilità del debito, consegneremo alle prossime generazioni un macigno da portare sulle spalle, obbligandoli di fatto ad essere i nostri “redentori”.