PIR, le opportunità dei Piani individuali di risparmio a lungo termine
Introdotti nel 2017, queste forme di investimento consentono di sostenere l’economia reale e permettono di ottenere importanti benefici fiscali.
In un momento in cui, nonostante il caro vita e l'inflazione, i risparmi degli italiani sono in crescita (quasi seimila miliardi secondo Unimpresa) va posta l'attenzione su piani di risparmio che non solo legano i soldi degli italiani all'economia reale, ma possono essere anche una forma di investimento finanziario che consente di usufruire di un notevole vantaggio fiscale.
Sono i PIR, piani individuali di risparmio a lungo termine, proposti anche da Cassa Padana.
Introdotti con la legge di bilancio 2017, i PIR sono forme di investimento che consentono di sostenere l’economia reale, agevolando l’accesso ai capitali da parte delle imprese italiane. Permettono di ottenere importanti benefici fiscali se l’investitore rispetta i vincoli imposti dal legislatore.
L'agevolazione fiscale è infatti rilevante e consiste nell'esenzione totale sia dalla tassazione dei redditi derivanti dagli investimenti effettuati nei PIR (tassa sul capital gain maturato, interessi e dividendi) sia dall'imposta di successione. Un bel risparmio visto che in Italia le rendite finanziarie sono generalmente tassate con un'aliquota del 26 per cento.
I vincoli sono chiari: i PIR possono essere sottoscritti da persone fisiche fiscalmente residenti in Italia; ogni persona fisica non può essere titolare di più PIR presso intermediari finanziari diversi; il PIR non può essere condiviso con altre persone fisiche (rapporto monointestato); non è possibile investire più di 40.000€ all’anno (limite massimo di 200.000€).
I PIR ordinari sono utili innanzitutto ai risparmiatori che intendono investire stabilmente una parte dei propri risparmi in azioni o obbligazioni emesse da imprese italiane. Il beneficio fiscale consente infatti di ottenere rendimenti al netto della tassazione più elevati rispetto a investimenti equivalenti.
I PIR possono risultare utili anche alle società italiane poiché aumentano la possibilità di finanziarsi attraverso l'emissione di titoli.
Come spiega la Banca d'Italia, “uno dei motivi per cui sono stati introdotti i PIR è proprio quello di incoraggiare le imprese, anche quelle di piccola e media dimensione, a collocare titoli negoziabili sui mercati. In questo modo si favorisce lo sviluppo del mercato finanziario - il canale diretto di finanziamento delle imprese da parte dei risparmiatori attraverso l'acquisto di azioni e obbligazioni - che in Italia ha dimensioni piuttosto ridotte”.
È sempre possibile disinvestire prima di 5 anni. In questo caso, si applicano le imposte ordinarie (26% o 12,5%) sui redditi conseguiti.