Mostar e Sarajevo: dove l'Occidente incontra l'Oriente
A grande richiesta, Cassa Padana ha organizzato una seconda data per il viaggio soci 2025: dal 6 all'8 aprile nelle due città simbolo della Bosnia. E se sei un giovane socio, di età compresa tra i 18 e 35 anni, puoi disporre di una quota agevolata.
E' il 9 novembre 1993, 31 anni fa. Nella devastazione delle guerre jugoslave, le cannonate dell’artiglieria croato-bosniaca colpiscono il Ponte Vecchio di Mostar, lo Stari Most, che unisce le due rive del fiume Neretva, ultimo collegamento fra il settore musulmano della città e quello cattolico, dall’altra parte del fiume.
Una meraviglia dell’architettura ottomana, costruito nel 1566 dall’architetto Hajrudin su mandato di Solimano il Magnifico. Con la sua distruzione, cadeva anche il sogno di una Bosnia multiculturale, terra di minareti e di campanili.
Un anno prima, una città aveva iniziato a vivere il dramma dell'assedio più lungo della storia moderna (dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996), più lungo di quello di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale: Sarajevo.
La città si trova a 700 metri di altezza ed è circondata da montagne che superano i duemila metri e digradano in dolci colline. Un mese prima di quel 5 aprile 1992 era iniziata la guerra in Bosnia-Erzegovina e sulle alture intorno alla capitale, erano appostati cannoni, mortai, katiuscia, kalashnikov, mitra e cecchini della Jna, l’Armata Nazionale Jugoslava diventata ormai strumento della Serbia per cercare di impedire il disfacimento della Federazione controllata da Belgrado.
La guerra si sarebbe chiusa solo il 21 novembre 1995, con la firma della pace di Dayton. In mezzo, solo a Sarajevo si contarono oltre 11.500 morti tra i quali 2 mila bambini, e 52 mila feriti, tra i circa 280 mila abitanti rimasti, spesso, senza acqua, luce e gas.
Oggi sia Mostar - dove il ponte è stato ricostruito così com'era e riaperto al passaggio il 22 luglio 2004 e dove suonano le campane delle chiese cattoliche mentre il canto del muezzin chiama a raccolta i fedeli - sia Sarajevo sono diventate mete turistiche molto apprezzate.
Il fascino senza tempo della capitale bosniaca si nutre di una particolare commistione di stili architettonici: ci si può sentire sulla Graben di Vienna o in una viuzza del Sultanhamet di Istanbul fra abitanti bosniaci-musulmani, ma anche serbi-ortodossi e croati-cristiani.
Una sorta di “Gerusalemme d’Europa”, dove, a distanza di pochi metri, convivono moschee, sinagoghe, chiese cattoliche e chiese cristiano-ortodosse.
A grande richiesta, Cassa Padana ha organizzato una seconda data per il viaggio soci 2025: dal 6 all'8 aprile nelle due città simbolo della Bosnia. E se sei un giovane socio, di età compresa tra i 18 e 35 anni, puoi disporre di una quota agevolata.
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