Non è un semplice romanzo. Ma una vera e propria testimonianza documentata con parsimonia e attenzione ai dettagli di un periodo molto intenso della vita rurale
della Bassa, che avvicina chiunque lo legga alla tradizione bresciana più vera e radicata, e fa rivivere momenti indimenticabili in chi queste situazioni le ha vissute, magari amandole ed odiandole allo stesso momento.
Ma in ogni caso, ricordandole o imparandole. Che è questo che conta.
È questo il registro di Parlavamo il dialetto della Bassa Bresciana, opera sostenuta da Cassa Padana e firmata da Domenico Nadalini Gambara, ragioniere e programmatore bresciano, da sempre interessato alla storia locale e ad approfondimenti sulle famiglie nobili della Bassa Bresciana.
Parlavamo il dialetto della Bassa Bresciana è un testo ricco di interessanti aneddoti, un capolavoro che ci porta letteralmente indietro nel tempo, a una cinquantina d’anni fa,
anche più, quando i nostri genitori, e i genitori dei nostri genitori, erano usi tenere in voga la nostra più cara tradizione: il dialetto bresciano.
Grazie a spunti vivaci e molto interessanti, Nadalini Gambara ci accompagna alla scoperta di questa “lingua”.
Uno status symbol, un modo per riconoscersi e sentirsi parte di una forte e radicata tradizione.
L’autore condivide il contesto territoriale che ha vissuto sin da bambino, l’aria che ha respirato e la formazione che l’ha reso quello che è oggi, e che, di riflesso, ha offerto a noi la possibilità di essere qui ora a godere della sua scrittura.
Una narrazione coinvolgente, raccontata in modo divertente e per aneddoti decisamente interessanti.
Il romanzo ci immerge in un mondo così vero alla lettura, forse sarà l’utilizzo del dialetto a renderlo tale, ma ci fa vivere quella sensazione di stare per leggere una
storia raccontata dai nonni, quando si radunavano attorno ad un focolare si ricordavano che un tempo la vita non era vincolata ad un orologio, ma il ritmo delle giornate era
scandito dalla natura, dal lavoro nei campi, dal sorgere e tramontare del sole.
Seguiamo l’autore nella vite del suo paese, Porzano di Leno, ripercorrendo con lui le fasi della sua esistenza, della sua infanzia in un periodo post bellico di grande privazione e sofferenza, sempre però con un piglio positivo. Nadalini Gambara ha passato la vita a raccogliere racconti, eventi e testimonianze che ha tessuto su foglietti di carta sparpagliati, per non dimenticarsene, e finalmente possiamo dire che oggi abbiamo tra le mani il risultato degli sforzi di una vita.