Senza di me che gioco è: quando lo sport è solidarietà e inclusione
Il progetto della Feralpisalò, sostenuto da Cassa Padana, entra nel decimo anno di vita. Una grande festa per i giovani protagonisti e per presentare un docufilm che racconta vicissitudini, sogni, emozioni e gesta dei ragazzi e delle ragazze che fanno parte del team.
È stata la “Cantina Bottenago” di Polpenazze del Garda a far da cornice alla tradizionale cena di Natale della Feralpisalò. Oltre che per celebrare l’ottimo avvio di stagione dei Leoni del Garda (terzo posto in classifica e imbattibilità casalinga), la serata è stata dedicata principalmente al progetto “Senza di me che gioco è”, vale a dire la squadra della Feralpisalò interamente costituita da ragazzi con disabilità che, nel 2025, raggiungerà il decimo anno di vita.
E' stata anche l’occasione giusta per presentare “DCPS: Dove Coltiviamo Passione e Sogni”, Docu-Film che racconta vicissitudini, sogni, emozioni e gesta dei ragazzi e delle ragazze che fanno parte del team e partecipano a un progetto che ha ormai 10 anni e che Cassa Padana sostiene da molti anni.
"Cassa Padana, fedele alla propria natura di banca di credito cooperativo" spiega il collega Giuseppe Cò, gestore NewBusiness, "si impegna a dare concretezza ai principi sanciti dall’Articolo 2 dello Statuto delle BCC, che definisce il ruolo delle banche cooperative come modelli per lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle comunità locali. In questo contesto, la collaborazione con il progetto DCPS di Feralpisalò rappresenta molto più rispetto a una sponsorizzazione: è un investimento nel futuro della nostra comunità, con un focus sull’inclusione e sul benessere delle persone".
DCPS è la storia di tanti giovani.
E' la storia di Michele, magazziniere di ventisei anni ed attaccante della squadra. Un ragazzo che si emoziona ogni volta che guarda lo stemma sulla propria maglietta verdeblu. Un giovane che, rigorosamente in canottiera e senza barba perché “a mamma non piace”, svolge esercizi di riscaldamento e potenziamento muscolare direttamente nel salotto di casa provando a ripercorrere le orme del suo idolo, Kylian Mbappé.
E' la storia di Piera, il portiere della squadra che difende la propria porta con lo spirito di una leonessa e che se il progetto calcio dovesse, per un motivo o per l’altro, fallire, ha già un piano B: la stilista di alta moda. Una donna che ci porta a fare un giro a 360 gradi nella propria vita facendoci vedere le bozze dei propri abiti disegnati su fogli A4 con penne e matite prima e facendoci ascoltare una canzone al pianoforte dedicata alla sua amata Feralpisalò.
DCPS è anche la storia di chi questi ragazzi li mette in campo e li fa divertire giorno dopo giorno.
Il Mister Chiarini: “Per questi ragazzi, poter essere parte di un qualcosa è fondamentale, l’autodeterminazione e la possibilità di fare delle scelte sono concetti importantissimi. Siamo una squadra a tutti gli effetti, ci chiamiamo Feralpi Salò, niente aggregati, adattati o “for special”, siamo una squadra della provincia di Brescia e ci alleniamo in provincia di Brescia"
Capitan Balestrero, che in un paio di occasioni ha avuto la possibilità e il piacere di condividere il campo con i ragazzi del “Senza di me che gioco è” : “Diciamo che quella legnata l’ho presa” – esordisce il centrocampista verdeblu – “scherzi a parte, i ragazzi della squadra ci danno una grandissima gioia di vivere. Vivono tutto con allegria e spensieratezza, non sembra ma la trasmettono anche a noi. È un bellissimo percorso, sicuramente emozionante. Vivono tutto come se fosse la finale di Champions, c’è grandissimo entusiasmo”.
Fabio Iachetti, educatore del Team DCPS: "La cosa bellissima è stata la voglia di tutti i partecipanti di ascoltare. Ho visto occhi lucidi, ho visto persone commosse....ma soprattutto ho visto i ragazzi felici. Spero che qualcuno prenda le mie redini, ma la cosa importante è che noi, fin dal primo giorno ad oggi, lottiamo perché loro possano avere garantita la dignità, un miglioramento nella loro vita e un sorriso in più..."
Per Cassa Padana il valore aggiunto di questo progetto si traduce in: valori condivisi come la solidarietà e la promozione della dignità umana, valori fondamentali per le BCC; impatto sul territorio perché sostenere DCPS significa sostenere tutto il territorio; esempio di cooperazione con una partnership che riflette il nostro impegno nel tradurre in azioni concrete i valori della cooperazione, che sono il cuore della nostra identità.
"Sostenere un progetto come il DCPS", continua il collega Cò, "non è solo un dovere sociale, ma una scelta strategica che genera benefici anche all’interno della nostra organizzazione. Cassa Padana è da sempre impegnata a promuovere il benessere delle generazioni future, con un approccio sostenibile ed inclusivo. Il suo modello di sviluppo punta a un futuro che integri crescita economica e coesione sociale, in un’ottica di lungo periodo che vada oltre il semplice profitto. La banca continua a rispondere alle sfide moderne, con un approccio che rimane fedele alla propria storia, ai suoi valori di cooperazione, solidarietà e mutualità.
Il nostro impegno per il sociale consolida il legame di fiducia con clienti, stakeholder e con il territorio. Si tratta di una reputazione che attrae nuove opportunità e contribuisce alla sostenibilità del nostro modello di business. In definitiva, abbracciare un progetto come il DCPS significa incarnare pienamente lo spirito cooperativo, dimostrando che la nostra missione non è solo economica, ma anche profondamente sociale".
Sono trascorsi già 10 anni dalla nascita di questo importante percorso che troverà nuovi sviluppi e nuovi sbocchi perché il dovere di un Club responsabile è proprio questo: promuovere e garantire continuità a questo progetto che è stato l'antesignano per tante altre realtà, un grande esempio anche per Club di serie B ed A che li hanno seguito in questa bellissima avventura.