I primi vent'anni dell'Euro

Il 1 gennaio 2002 circa 300 milioni di europei hanno tenuto in mano per la prima volta una valuta nuova di zecca e trasfrontaliera

Admin Ajax (13)
20 gennaio 2022
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L'Euro ha compiuto vent'anni. Il 1 gennaio 2002 infatti circa 300 milioni di europei hanno tenuto in mano per la prima volta una valuta nuova di zecca: appunto l’euro.  

Il passaggio da 12 monete nazionali all’euro è stato un’operazione senza precedenti: nei mesi precedenti al primo gennaio 2002 la Banca centrale europea stampò oltre 15 miliardi di banconote in euro e coniò circa 52 miliardi di monete.

Sulla scia dell’espansione del mercato unico, l’euro è diventato uno dei risultati più tangibili dell’integrazione europea insieme alla libera circolazione delle persone, al programma di scambio di studenti Erasmus e all’abolizione dei costi di roaming all’interno dell’UE.

Ma l’euro riflette anche un’identità europea comune ed è il simbolo dell’integrazione come garanzia di stabilità e prosperità in Europa.

Questi primi vent’anni dell’euro siano stati ricchi di avvenimenti.

Negli anni l’euro è cresciuto al punto di diventare la seconda valuta più utilizzata al mondo e anche molto popolare.  Circa l’80% dei cittadini infatti ritiene che l’euro sia un bene per l'Unione europea che in vent'anni è passata dagli 11 membri iniziali ai 19 Paesi attuali.

Nel 2012 quando l’euro compì dieci anni d’età, gli Stati membri e le istituzioni si sono resi conto che la sua architettura non era stata originariamente concepita per rispondere al terremoto provocato dalla crisi finanziaria globale del 2008 e dalla successiva crisi del debito sovrano.

Da qui la riforma del quadro di governance dell'area dell'euro, l’istituzione di un meccanismo comune di sostegno per i paesi in difficoltà finanziaria e un sistema di vigilanza comune per le banche europee.

Le crisi hanno consentito all’euro di maturare e di rafforzare il suo ruolo internazionale e di unione transfrontaliera.

Lo si è visto soprattutto con la pandemia COVID-19. La moneta comune ha consentito un intervento molto più rapido, deciso e coordinato rispetto a quanto fatto per gli shock economici precedenti.

Mentre i sistemi previdenziali e fiscali dei singoli paesi hanno attutito l’impatto economico, l'Unione europea ha adottato decisioni senza precedenti per proteggere ulteriormente vite e mezzi di sostentamento, integrando le politiche monetarie di sostegno della BCE, contribuendo a proteggere circa 31 milioni di posti di lavoro e a lanciare l’innovativo piano per la ripresa dell’Europa, Next Generation EU.

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